Newsletter of Phenomenology

Keeping phenomenologists informed since May 2002

174507

La diversità del vivente prima e dopo la biodiversità

Patrick Blandin

pp. 63-92

La spettacolare invasione della parola “biodiversità” nelle sfere scientifiche e politiche così come nei media ha suggerito la possibile nascita di un nuovo campo d’indagine scientifica. Tuttavia, la diversità del mondo vivente è stata l’oggetto di studio della storia naturale sin dai primordi. Gli ecologi non hanno aspettato la pubblicazione di “Biodiversity” di Wilson e Peter, nel 1988, per prendere in esame la diversità delle specie all’interno degli ecosistemi e per occuparsi di questioni fondamentali come i processi di diversificazione e il significato funzionale della diversità specifica. L’analisi degli articoli pubblicati a partire dagli anni Quaranta, fino al 1988, ci permette di comprendere di quali argomenti, relativi al tema della diversità, si sono occupati gli ecologi, e come le intuizioni, gli approcci teorici e la ricerca empirica abbiano interagito. La domanda che si pone è: l’invenzione della biodiversità ha promosso la ricerca? Uno sguardo alle pubblicazioni post-1988 consente di suggerire una risposta.

Publication details

DOI: 10.4000/estetica.338

Full citation:

Blandin, P. (2015). La diversità del vivente prima e dopo la biodiversità. Rivista di estetica 59, pp. 63-92.

This document is available at an external location. Please follow the link below. Hold the CTRL button to open the link in a new window.